Tra i protagonisti di Appenninica MTB Stage Race ci sono tante storie di sport e vita. Jeremy Mahot si è avvicinato alla mountain bike durante il periodo del Covid come antidoto alla perdita di un caro amico e nel 2022 ha concluso Appenninica con l’obiettivo di sensibilizzare le persone sul problema della depressione
Sono tante le motivazioni che possono spingere qualcuno ad avvicinarsi a uno sport. C’è chi sviluppa una passione fin dalla tenera età e chi si avvicina con il tempo. Chi lo fa per rimettersi in forma fisicamente e chi lo fa per trovare una pace interiore, per non pensare ai problemi della quotidianità messi davanti dalla vita.
Jeremy Mahot, finisher di Appenninica MTB Stage Race 2022, si è avvicinato alla mountain bike nei duri mesi della quarantena Covid, quando le palestre erano chiuse e si poteva avere solo un’ora d’aria per praticare sport all’aperto. Prima d’allora non aveva mai praticato questo sport, ma l’amore è stato a prima vista.
“Era un brutto periodo ed è stato un amico ad invitarmi ad andare in mountain bike – racconta Jeremy Mahot -. Purtroppo, non molto tempo dopo aver cominciato, un altro caro amico ha perso la vita a causa della depressione provocata da una commozione cerebrale. Non riusciva più a trovare pace con sé stesso. In quel momento, la mountain bike mi ha salvato la vita e mi sono sentito in dovere di far sapere a tutti l’impatto positivo che può avere questo sport nella vita di una persona, così come l’interazione sociale con gli altri biker”.
Proprio per testimoniare questo Jeremy Mahot si è avvicinato al mondo delle corse a tappe in mountain bike, partecipando e completando nel 2021 la Bike Transalp. Da lì l’idea di condividere le sue avventure sui social e su un blog, spiegando perché lo stesse facendo e dimostrando come tutti possano essere in grado di raggiungere un obiettivo se lo vogliono veramente, anche trovando la motivazione per superare i momenti più bui.
“Vorrei rendere consapevoli le persone che la commozione cerebrale è un trauma importante, da non prendere alla leggera, perché può portare problemi come depressione, irritabilità, mancanza di concentrazione – spiega l’atleta di origini francesi ma residente nel Regno Unito -. Parlare è un ottimo aiuto per sfogarsi. Voglio far capire a tutti che ci sono tantissime cose che possono farci stare bene, basta volersi mettere in gioco. All’interno delle cerchie di appassionati è possibile trovare persone disponibili a parlare e ad ascoltare”.
In questo suo viaggio-testimonianza, Jeremy Mahot ha incrociato la sua strada con Appenninica MTB Stage Race, trovando quel senso di famiglia e comunità che ricercava.
“Mi è piaciuta molto Appenninica, per il paesaggio meraviglioso e le città ospitanti e ha rafforzato la mia convinzione che la comunità della Mtb sia unica nel suo genere – racconta -. Ora ho amici in tutto il mondo con cui parlo regolarmente. Ci tornerò sicuramente in futuro perché l’atmosfera familiare che ti comunica è davvero unica. Sono partito da solo e sono tornato con molti fratelli e sorelle con cui ho condiviso un’esperienza”.